Libertà


Non bisogna guardare al futuro

aspettando gli eventi

ma partecipare in modo attivo

per costruire un futuro migliore.

mercoledì 4 settembre 2013

Dolore

Siedo vicino al tuo capezzale, guardo il tuo viso stremato dalla malattia, sei pallida, ti manca la forza di parlare. Ti guardo, il tuo viso esprime serenità, ti tengo la mano, sento che la tua vita s’allontana, i tuoi occhi affossati mi guardano, due lacrime scendono lungo le guance scarne, le tue labbra aride e solcate, una parola non riescono a pronunciare. La tua mano debolmente stringe la mia, capisco che mi dici: - ”Addio”. Alzo gli occhi al cielo, pregando: -“ Ti raccomando a Dio”. Chiudi gli occhi, allenti la stretta di mano, reclini il capo, in questo tremendo istante sento che mi hai lasciato solo, Amica mia.

l sesso porta in alto

Il nome di Eva mi voglio dare, che fu la prima antenata … ad essere amata.... Lo fece per piacere o per comodità? Questo non posso dirlo, ma posso dir di me, che sono una gran gnocca, che tanti porcelloni vogliono aver. Voglio parlar in rime, per rendere più dolce questa realtà amara. Nei posti di lavoro i colleghi mi vogliono aver... Però ci sono i capi, che il primato vogliono vantar... Arrivano i padroni, che il diritto di proprietà, vogliono applicare e la frutta prelibata, per primi vogliono assaggiare. Se in alto vuoi salire, le tecniche devi migliorare, i calli alle ginocchia, mi son dovuta fare. Il mondo della moda e della televisione, ho voluto varcare, i calli non son bastati, la depravazione o dovuto accettare. I risultati li ho raggiunti.... con soldi e notorietà. Tutti dicono che son brava, ma che mazzo mi son dovuta fare! La realtà fa male.

Orgoglio

Ci si ama intensamente, uno darebbe la propria vita per salvare quella dell'altro. Ci si scambiano baci, segreti, sogni, carezze, paure ed ‘effusioni. Se uno sta male l'altro lo accudisce con amore, se uno piange, l'altro l'abbraccia e lo consola, un grande amore ti fa sentire sicuro e importante. Non ti senti solo, ti senti forte, assieme, il mondo e le sue insidie a testa alta puoi affrontare. All’improvviso: Una lite banale, si alza la voce, ci si insulta a vicenda, si fa a gara a chi colpisce di più. L'altra persona ti sembra un'estranea, sullo stesso letto non vuoi più dormire, le sue mani non vuoi toccare, il suo sguardo non vuoi incrociare. Tutto questo sembra irreale. Il giorno dopo passata la furia, guardi il tuo amore, lo vorresti abbracciare, stringerla a te e gridarle ;”Ti amo”. Ma l'orgoglio non te lo fa fare, guardi i suoi occhi che brillan di lacrime; ti sembra ancor più bella, vorresti toccarla, vorresti parlarle, il cuore ti si stringe, ma in questo contesto il tuo stupido orgoglio e troppo importane. Passano giorni senza parlarci, ci si guarda di sfuggita, si abbassa lo sguardo, nessuno dei due vuole farsi avanti, i cuori son tristi, si soffre entrambi. Quanti giorno si perdono senza dirsi: “Ti amo”. L'orgoglio in amore è cosi importante?

L’Amore aldilà della vita

Un uomo in camice bianco, dal volto pietrificato che non esprime emozioni, scosta il lenzuolo bianco che ti copre, mostra il tuo viso, color cera, sei di una bellezza non terrena, i lineamenti sono distesi, le sopracciglia sembrano truccate, i tuoi occhi chiusi sembran riposare, la folta chioma nera, fà da cornice al tuo biancore, ti guardo, ho paura a toccarti, non voglio essere certo che tu mi abbia lasciato, il mio cuore batte in modo irregolare, il sangue pulsa attraverso tutto il corpo, facendomi vibrare in brividi di freddo, la mente spazia nel nulla, i movimenti del corpo non riesco a coordinare, avverto una nausea che accenna al vomito, una tosse irrefrenabile mi toglie il respiro, l’averti persa in poche ore è stato terribile, non riesco ad accettarlo. Vivevamo due vite in un corpo, ogni istante da noi vissuto, vibrava nell’aria la parola -“Amore”. Appoggio le mie labbra alle tue che sono fredde e immobili, vorrei soffiare dentro il mio respiro, per poterti ridare la vita, inconsciamente lo faccio ma nulla succede, sono anch’io mortale. Non sopporto l’idea di continuare a vivere senza te, penso di stendermi al tuo fianco, stringermi a te, per sentirmi ancora protetto dal tuo amore, chiudere gli occhi e morire con te …..

Lupara bianca

Totò – Totò … figlio mio, sei anni sono passati, di te più niente abbiamo saputo. Il giudice ci ha detto, che con la lupara bianca sei stato eliminato, contro la mafia, ti eri scagliato. Tu la lupara non avevi imbracciato, solo con le parole avevi parlato, poveri e oppressi difendevi, con i giovani comunicavi, dagli artigli della mafia, questo popolo volevi liberare. Loro la bocca t’anno tappato. Allora: Hanno avuto paura di te, figlio mio. Tu con le parole, loro – con le pistole. Ma i pensieri tuoi non possono ammazzare. Tutti i bravi cristiani ti debbono ricordare, di te per sempre se ne deve parlare. Piango il figlio mio ucciso, che neanche da morto ho più trovato. Come cittadino, davanti a te m’inginocchio …Totò …, che il coraggio di sfidarli non ti è mancato.

Disoccupato

Natale; parola che rievoca tradizioni, religiosità, serenità . . . e, ahimè - regali. Se un padre come me è disoccupato, che il lavoro a perso e un altro non riesce a trovare, con i pochi soldi della disoccupazione non si riesce a pagare per intero l’affitto, bollette e quel che segue, al freddo si deve stare, il gas ci han tagliato. Ai miei bambini il necessario non riesco a dare, tante scuse debbo trovare. Quand’ero piccolo, per natale un paio di scarpe o un cappottino, si poteva ricevere in regalo, questo bastava per sentirmi felice, e i genitori abbracciare e ringraziare. Adesso la televisione martella con la pubblicità, i regali da fare, non scarpette o cappottini, ma tutti quei giochi elettronici, compresi i telefonini di ultima generazione, con tutto incorporato, compreso il programma “ NASA” e tanti altri aggeggi , che non so identificare. D’una cosa son sicuro, il loro costo è elevato, i bimbi guardano con occhi meravigliati, a me papà, chiedono di comprare. Nella mia disperazione cerco un linguaggio semplice per poter spiegare, che non si possono comprare. Loro son piccoli, non riescono a comprendere le difficoltà che trovo per poterli sfamare. Perché continuano a proiettare questo mondo irreale? Quando saranno grandi – “Come si comporteranno?” Come padre sono umiliato, come operaio – calpestato, come cittadino – annullato.

Cuore di mamma

Ti guardo, sei pallido, gli occhi sono affossati, le guance scavate ,fatichi a camminare, trascini il tuo peso come fossi ubriaco, ma non lo sei figlio mio, il tuo stato è malattia; quella terribile, che scampo non da'. Il mio cuore di mamma è spezzato dal dolore, dai miei occhi fan fatica a venire giù le lacrime. Che dolore immenso per una madre, non poter far nulla per salvare la vita al proprio figlio amato, carne della mia carne, sangue del mio sangue, darei la vita mille volte per salvare la tua, figlio mio, questo non mi è concesso. Ho pregato e continuo a pregare, non so a cosa serve, si perde la fede, si perde la fiducia, nessuno ci può aiutare. I nostri sguardi si incontrano, mi guardi e sorridi, i tuoi occhi brillano, capisco che soffri sapendo di lasciarmi sola, vuoi farmi coraggio, tu sei forte figlio mio: Sei uomo, io sono mamma come la terra tiene a se gli alberi con le radici profonde e intrecciate, sembra che nessuna forza della natura possa strapparli, ma ben sappiamo che la natura può essere crudele, anche gli alberi più grandi può sradicare. La terra si apre, forza non ha più per proteggere l’albero e la furia porta via. Io come la terra forza non ho per tenerti stretto a me. Mi sento devastata, mi abbandono alla furia della vita Il mio cuore sanguina, il sangue versato non servirà a tenerti stretto a me.

Spine d’amore

Chiudo gli occhi, immagino di prendere il tuo bel viso tra le mani, restare immobile per sentirne il tepore, pian - piano accarezzare la tua pelle velluta come una rosa, il colore delle tue guance e di un rosa acceso, simbolo di quel fiore che solo la natura sa' creare. Vorrei fermare il tempo per non sprecare questi attimi fuggenti, che non riesco a fermare. Hai … mi son punto un dito! Di riflesso lo porto in bocca. Sorrido… Penso… Non c’è rosa senza spine. Se non li avresti, saresti irreale. Amo le tue spine, anche se qualche volta fanno un può male.

Pane amaro

Cosa non darei, per poterti stringere a me , che son lontan da te, vivere senza te è come vegetare, conto i giorni che ci separano, come un carcerato, ma … io non ho commesso reati. Perché devo scontare questa pena, per poter lavorare?

Desiderio

Mi trovavo negli Emirati Arabi, per lavoro. Le prime settimane il tempo libero lo trascorrevo girando per conoscere quei posti a me nuovi e capirne le loro usanze. Ben presto il desiderio della carne, prese il sopravvento, i giovani ormoni reclamavano i loro diritti. Facevo di tutto per calmarli, l’acqua fredda non bastava, un'altra medicina dovevo trovare. Tutte le sere in giro me n’andavo, difficile era trovare in quei posti strani, dove il sesso è tabù, e se sbagli, la testa ti tiran giù. La carne e debole, si sa', il rischio non importava, cercare bisognava, dopo tante affannose ricerche, per via di conoscenze ben pagate, una donna mi hanno procurato. Quando entraì in quella casa quasi buia, la vidi sul letto, semivestita, con il viso coperto, mi avvicinai, la toccai, piano-piano la spogliai, il velo non toccai. Era grassottella e sensuale, il suo profumo i miei sensi infiammava, con dolcezza i grossi seni le baciai, le mani sui grandi glutei portai …. Come un lupo l'azzannai, tutta la notte la strapazzai. Alle prime ore dell’alba, furtivamente m’allontanaì, e correttamente il “Profeta” ringraziai.

Dea

Disteso sul mio letto il pensiero vola a te, che sei lontan da me. Sento che mi pensi, sei vicina, le mani tue toccar vorrei, il tuo volto accarezzar, baciar le tue calde labbra piene di passion. In questo impeto infuocato, stringerti forte a me, gridare all'infinito: T'amo ancor. Ma: tu sei una Dea, con un mortal fermarti non potrai. Io come uomo continuo a sperar e vivo la mia vita solo per quest’amor.

Potere senza tempo

Politica, politicanti che agli albori del mondo siete nati, la vostra è una specie che non rischia l’estinzione, nessun antropologo sa classificarvi. Avete inventato partirti e false ideologie, simboli e colori per colpire le masse e renderli a voi schiavi, da quando siete comparsi è finita la fratellanza, avete creato la corruzione, tangenti e raccomandazioni. Per rafforzare le vostre file, con briganti prima e delinquenti dopo vi siete aggregati, a fianco del credo corrente vi affiancate, son tutti componenti che rafforzano il potere. Fra tutti voi son pochi i veri galantuomini, che con spirito di sacrificio e onore, il popolo vogliono servire. La cosa che più fa male, vedere il popolo che vi osanna, vi segue nelle piazze, con la bandiera del momento, vi applaude a comando, scandisce i vostri nomi. Voi come Dei, vi innalzate, guardate quelle masse, dall'alto dell'olimpo, avete la consapevolezza di poterlo dominare: Non scordate mai, che siete semplici mortali!

Strega

Tu piccola vecchia dal passo veloce, dalla statura piccola, dai modi rozzi, dalla voce rauca ed indisponente per chi ti ascolta, e dagli occhi infuocati, sembri una strega uscita da una favola. Da quando sei entrata in sala la prima volta non hai fatto altro che lamentarti: ti vuoi sedere in una zona, un po’ in un’altra, il mangiare non ti va mai bene: un po’ è troppo cotto, un po’ è troppo crudo: (hai paura che ti caschi la dentiera?) Accanto hai un burattino di marito, non parla mai ed ha terrore di te, STREGA! Ti ho sorpresa mentre riempivi la borsa al buffet: la cosa più giusta che hai saputo dire è che gli altri anni lo hai sempre fatto, STREGA! Ma a me non riesci a dominarmi, STREGA! Non ti faccio più rubare la roba degli altri, STREGA! Allora mi hai detto che sono cattivo, STREGA! Allora sai cosa ti dico: torna nelle viscere della terra, BRUTTA STREGA CATTIVA! VAI!!!!

Terra mia

Sono passati quasi quaranta anni da quando vi ho lasciati, casa mia con i miei affetti più cari, terra mia che mi hai dato i natali. Ho girato in lungo e in largo per le vie del mondo, ho vissuto mille avventure, ho conosciuto il mondo e la sua gente, ho visto posti belli e meno belli, ma non riesco a dimenticare i tuoi colori, terra mia! L’azzurro del tuo mare, che a volte diventa verde e all’orizzonte si unisce al cielo e diventa tutt’uno, l’odore pungente delle alghe, i colori degli agrumi. Il modo di parlare ad alta voce degli abitanti, il vociare, gridando e canticchiando, dei venditori ambulanti. Quei mercati immensi, dove la gente si calca ma non si infastidisce, con quella continua contrattazione nel vendere e nel comprare. E poi le tue vie, dove in ogni angolo c’è un monumento, un pezzo di storia diversa. Basta chiudere gli occhi per rivivere la storia e la cultura del tuo popolo. E per finire l’odore della zagara, forte e intenso, che ti penetra dentro, e ti dà la sensazione di stordirti piacevolmente. Non riesco a scordarti, SICILIA MIA!

Popolo siciliano

Perché … perché … tu popolo siciliano continui a pagare u pizzu? Tu nobile popolo, dall’antico spirito combattivo, da quel senso dell’onore, da quell’innato spirito di non essere sottomesso da nessuno, dal quel carattere ribelle. Tu che hai saputo schiacciare dalla tua terra tanti popoli invasori e oppressori, tu che hai difeso l’onore delle tue donne, scatenando quella rivolta che sconfisse gli invasori, che ancora il mondo ricorda (i vespri siciliani). Voi siciliani che quando andate fuori dall’isola parlate della vostra terra con orgoglio e amore e ovunque andate vi fate valere. Ma allora, perché non avete il coraggio di unirvi per combattere e sconfiggere quest’organizzazione criminale che vi opprime, v’incute paura e terrore, approfitta di voi tutti, grandi, piccoli, vecchi e donne, obbligandovi a sottostare alla loro prepotenza. Non pagate più u pizzu, è una cosa ignobile per un antico e glorioso popolo trasformarsi in un gregge di pecore. Sconfiggete questa crudele mafia; Si.. Si.. Si può sconfiggere tutti uniti. Non più pizzu.. Non più pizzu.. Siciliano onesto riconquista la tua libertà e dignità.

Vecchi

Brutta parola per appellare chi ha speso la propria vita lavorando, sacrificandosi per portare avanti la famiglia, e nello stesso tempo ha contribuito a rendere più grande il nostro paese. Adesso ci spazientiamo, se davanti a noi c’e una macchina guidata da un Vecchio, gli gridiamo di muoversi, suonando ripetutamente il clacson, gridandogli di starsene a casa, accompagnando il tutto con brutti aggettivi. Nei mezzi pubblici si vedono i giovani, intenti ad ascoltare musica dalle loro cuffie, non notando il Vecchio, che regge le sue gambe tremanti sul suo bastone. Non cedono il loro posto al Vecchio, ma con gli occhi persi nel vuoto, fanno finta di non vederlo. Nelle famiglie, il Vecchio è comodo solo per badare ai bambini dei figli, permettendo loro di poter lavorare, o di poter andare in vacanza. Svolti questi compiti, devono andarsene a casa loro, per non turbare la quiete familiare. Il Vecchio come un cagnolino con la coda fra le gambe, se ne torna a casa, dove di solito c’e un’altro cagnolino a quattro zampe ad attenderlo, e vedendolo entrare, gli corre incontro scodinzolando. Il Vecchio stanco si siede sulla sua vecchia poltrona, il cagnolino gli salta su, e con il suo sguardo pieno d’amore, lo guarda, e comincia a leccarlo, il Vecchio si commuove e lo stringe a se, mentre dal suo viso scendono le lacrime, si chiede: se valeva la pena aver vissuto questa vita. E stringendo al petto il suo cagnolino, con la mente ripercorre la sua vita, per cercare una risposta. Una risposta che non troverà.

Per mamma e papà

Vi vedo fragili ed indifesi, vi vedo soffrire per tutti vostri acciacchi, vi vedo mentre vi tenete per mano e cercate l’uno negli occhi dell’altro di farvi coraggio e forza, ma nello stesso istante siete rassegnati. Vi vedo che vi tenete per mano mentre vi avviate sulla via del tramonto, ma siete sereni. L’amore vi ha unito per tutta la vita, e so che vorreste concludere questa passeggiata su questa terra assieme. Vi devo dire grazie per avermi dato la vita, Vi debbo dire grazie per avermi fatto fare i primi passi, Vi debbo dire grazie per avermi insegnato ad amare, Vi debbo dire grazie per i sacrifici che avete fatto per me. Vi dico semplicemente grazie, papà e mamma. Vi chiedo anche perdono, perche non vi sono stato vicino nei momenti più brutti, e nei momenti a voi più cari, ma le circostanze della mia vita mi anno tenuto sempre lontano e questo e un peso che porto sempre con me. Ma di una cosa state sicuri: vi ho sempre amati, mi siete sempre mancati, ho sofferto insieme a voi,quando soffrivate, ho gioito, quando avete gioito.

La parola misteriosa.

Amore … amore … amore … quella parola che racchiude il significato della vita. Amore – quello che la mamma ci trasmette da piccoli. Amore il primo che proviamo per la mamma. Amore di un bambino per tutti gli animali che comincia a conoscere. Amore … amore … amore … quello che proviamo per tutta la natura. Amore per il mare, il sole, la luna, le stelle. Amore … amore … amore … per il creato. Ma la parola Amore più grande la scrivo per Te amore mio. Amore … amore … amore …

Nell’attesa che mi prendi per mano.

Mio caro amore sono passati pochi mesi da quando mi hai lasciata da sola su questa terra. Tu che mi amavi intensamente, con tutto te stesso, però eri sposato e non hai avuto la forza di fare una scelta. Forse non là hai fatta perché volevi tenere fede al giuramento del vincolo matrimoniale. So benissimo che tu mi amavi intensamente, anch’io ti ho amato intensamente e continuo ad a amarti. Non ti ho mai forzato la mano nel prendere una decisione, io pur di poterti amare, mi accontentavo dei nostri pochi momenti felici, che ancora oggi mi riempiono il cuore. Ma tu un triste giorno hai voluto porre fine alla tua vita. Il mio dramma è stato grande ed è aumentato nel non aver avuto la possibilità di accompagnarti al cimitero. Ti hanno portato lontano da me anche da morto. Ma fra qualche settimana verrò a trovarti amore mio, in quel cimitero della tua terra natale, la SICILIA, che tu amavi tanto e dove adesso riposi in pace. Lascerò questo scritto sulla tua tomba, così chiunque lo leggerà saprà quanto grande e stato il nostro amore. Ciao amore, quando giungerà la mia ora, so che tu mi prenderai la mano e non mi lascerai più per l’eternità.

Noi poveri

Noi poveri apprezziamo la vita, a noi basta poco per sorridere e regalare un sorriso, tendendo la nostra povera mano a un povero sconosciuto. Voi ricchi, sempre seri e composti, guardate noi dall’alto in basso, dentro quei bei vestiti inamidati. Non date niente a nessuno - senza averne un ritorno. Avete terrore di invecchiare, mangiate poco per non ingrassare. “Ma voi vivete”? Sono felice di essere povero per ogni piccolo dono che mi fa la vita ne sono entusiasta e felice. E quando arriverà il momento stabilito, faremo un inchino, saluteremo la platea … … e in punta di piedi lasceremo la scena.

Nuovo stile di vita.

Come è cambiato lo stile di vita. Una volta quando si partiva dalle stazioni ferroviarie si vedevano tutti i marciapiedi, affollati di gente, con a seguito pacchi di cartone legati con lo spago, valigie di cartone, anche loro legate al centro con la cordicella per non farle aprire. Nei miei ricordi quelle persone appaiano dall’aspetto povero ma nel vestire mettevano un po’ di buon gusto. Gli uomini solitamente mettevano sempre una cravatta, anche se il vestito indossato era usurato dagli anni. I capelli, con della brillantina, in modo da tenerli lucidi e fermi, e nella tasca tenevano sempre un piccolo pettine che di tanto in tanto serviva a dare un tocco ai capelli. Le donne dal canto loro non potevano sfoggiare grandi vestiti “firmati”, o gioielli appariscenti e costosi, ma indossavano abiti solitamente cuciti da loro o dalle sartine di fiducia. Non ostentavano tutti quei trucchi per abbellirsi (o restaurarsi giornalmente). Per i bambini c’era sempre il vestitino e le scarpette per le occasioni. questo ci riempiva un po’ di vanità“infantile”. Tutto sommato eravamo vestiti con abiti poveri ma portati con eleganza. Adesso quando mi reco all’aeroporto per viaggiare (l’aereo e diventato più economico del treno), mi capita spesso di guardare questa moltitudine di gente che affolla le sale di transito. Guardo in giro, mi soffermo sull’abbigliamento uomini e donne credo che fanno a gara per vestire senza gusto e non curanza, camicie variopinte, che fuoriescono dai pantaloni sopra giacche che non si accompagnano con nessun indumento indossato, jeans possibilmente strapatti, scarpe di gomma ai piedi, però tutto rigorosamente firmato e con i marchi ben visibili. Quest'abbigliamento lo noto anche sulle donne, il che mi rattrista come uomo. Per un uomo vedere una donna elegante con indosso abiti femminili fa piacere, perché esalta la femminilità. Adesso vedo tutta questa gente indistintamente dal sesso e dall'età vestita quasi tutta uguale, “per fortuna c'è ancora gente che veste con buon gusto”. Le vecchie valige di cartone sono state sostituite dal set di valige dal colore uguale e dalle varie dimensioni, ma rigorosamente firmate. Gli uomini non tengono più il piccolo pettine tascabile, che è stato sostituito dal cellulare che si vede nelle mani di tutti, sempre sotto stretta osservazione nel controllare sms, e nel mandare sms o fare i vari giochini, (poca gente tiene fra le mani un libro da leggere), i ragazzini non portano più tra le mani i loro giocattoli preferiti, ma i videogiochi e continuano incessantemente a spingere i pulsanti. Chi viaggia non porta più a seguito un panino preparato a casa con buon salame e formaggio, ma ci si ferma in tutti quei bar disseminati nell'aerostazione dove fanno bella mostra tutti quei panini confezionati, dai vari sapori ma strettamente a lunga conservazione. Guardando tutto questo capisco che ai nostri giorni l’importante è apparire, seguire la scia per non essere additati come diversi. Rimpiango i tempi andati, quando si era più poveri ma si era se stessi.

Papà

Mi ricordo di te papà, quando da bambino ti vedevo uscire presto con la tua mercanzia da vendere, sulla tua bicicletta modificata e rafforzata per caricare pesi, con due porta bagagli; uno d’avanti, l’altro dietro, che caricavi fino all’inverosimile. Ero bambino, ma sentivo una stretta al mio piccolo cuore nel vederti lavorare cosi tanto per tutti noi. Ma il dolore più grande lo provavo quelle sere che arrivavi con il tuo carico quasi invenduto, entravi con lo sguardo triste e quasi volevi scusarti con tutti noi, per non aver portato soldi a casa. La mamma strillava perché non avevi guadagnato la giornata, ti chiedeva come avremmo fatto domani per comprare da mangiare , come fare per pagare questo o quello, tu abbassavi lo sguardo, chinavi la schiena, ti allontanavi mesto e silenzioso. Anche io papà, nonostante ero piccolo stavo male quanto te nel vederti stanco ed umiliato. Pensavo che tutto questo era sbagliato. Tu onesto padre di famiglia dopo un duro giorno di lavoro, non eri riuscito a portare da mangiare per la tu famiglia. Ma io ti amavo ancora di più caro papà.

mercoledì 6 marzo 2013

Il popolo italiano non fa' paura ai politici?


 Minchia ……! I politici neanche dopo le elezioni si vogliono mettere d’accordo, si sentono i padroni dell’Italia, continuano a litigare, quelle vecchie facce , il potere non vogliono mollare, i posti strategici a suon di insulti e bugie, vogliono conquistare. Se né fregano altamente del voto degl’italiani, che giorno dopo giorno continuano a restringere il carrello della spesa, mentre loro, vincitori e vinti,  con i loro lauti stipendi e privilegi della casta, che non sono stati intaccati, hanno tutto il tempo per rompere i c ……
Minchia …. !
 A noi popolo anche l’ultima goccia di sangue ci vogliono succhiare, questa casta di scellerati.

Disperazione

Il popolo esausto e sfinito nel illusione di migliorare la propria esistenza, si aggrappa ciecamente a falsi politici che in quel preciso istante Come esperti serfisti l’onda san cavalcare.

mercoledì 27 febbraio 2013

Anche la TV denigra il lavoro del cameriere.

Anche la TV denigra il lavoro del cameriere. Sporadicamente guardo la TV, non l’amo: Sono convinto che un circuito pilotato dai poteri, per incanalare il popolo. Una cosa che m’infastidisce è, ascoltare tanti concorrenti di telequiz – regala soldi, che si presentano in buona parte, come laureati, in attesa di un lavoro nobile, fanno i camerieri, con sconforto pronunciano questa parola, quasi con disprezzo. La medesima l’ho sentita pronunciare da artisti ricchi e famosi, che prima di diventarlo, hanno dovuto fare i camerieri; ( non credo che tutti arrivassero da famiglie aristocratiche). In queste occasioni non ho mai sentito il presentatore, ben pagato, oltre misura, intervenire dicendo, che il lavoro di cameriere è uno come tanti. Anzi, con un sorrisetto beffardo, disprezza la professione di cameriere. É più rispettato chi prende mazzette, ruba soldi pubblici, o timbra il cartellino e nelle ore retribuite, svolge i propri affari, addirittura, andando a fare la spesa. Mi fermo qui, altrimenti la lista è troppo lunga. Fare il cameriere, è una delle professioni peggiori, occorre un sistema nervoso ferreo, un saper nascondere le proprie opinioni, sorridere e far “buon viso” a cattivo gioco, sapere incassare con diplomazia, saper trattare con tutti ….. , anche con quelli, che sedendosi al tavolo, stupidamente pensano, che il cameriere non è un lavoratore, ma il loro schiavo. Chi svolge questo lavoro è una persona, che si guadagna da vivere onestamente.

venerdì 25 gennaio 2013

Vampiri per sempre.

                         
Dio nella sua immensa bontà ha creato la bestia per aiutare l’uomo e poterlo sfamare, mentre il politico si è auto creato  e nella sua superbia guarda l’uomo comune come una bestia da far tirare il carro, frustandolo e succhiandole il sangue per renderlo sempre più debole e non dargli modo di pensare.

Specchio di una nazione.


Il popolo dovrebbe essere lo specchio di una nazione.
Ahimè!!! Non lo è.
Più delle volte è lo schiavo di pochi furbi, ciarlatani e falsi profeti
che dietro false promesse e giro di parole complicate fanno si che la maggioranza del popolo li segua come un grande gregge di pecore ,
a cui bastano pochi fili d'erba per renderli felici
e cantare tutti in coro:
Bee.... bee … bee ....

Guerra per il potere tra i colletti bianchi

Pur di arrivare. La gente scalpita e si calpesta, pur di arrivare in cima a qualche vetta. Di gente c’è ne tanta, di vette molto meno, tutti si spingono, pur di arrivare. Difficile trovare chi porge una mano al vicino che sta per scivolare, un sorriso beffardo sul grugno di chi assiste, alla perdita di presa del rivale vicino. Il pensiero corre che c’è un rivale in meno.

Segreti.

                  
Sento tristezza e nostalgia,
da solo voglio state.
Vicino l’argine del fiume mi vado a sistemare,
guardo quel lungo corso d’acqua,
che inesorabilmente scendendo a valle,
nel grande mare si va a riversare.

Tutt’intorno è silenzio, la natura tace,
la mia tristezza vuole rispettare,
solo la voce dell’acqua riesco ad ascoltare,
a questo fiume delle miei angosce voglio parlare:
-“Il lavoro va male, la mia donna  se ne andata,
con disprezzo m’ha lasciato”.

Guardo  l’acqua che scorre silenziosa,
tutti i miei problemi vuole ascoltare,
cosi facendo, mi vuole  aiutare,
come un grande vecchio sa ascoltare.

La mia tensione cala, l’animo si rasserena.

Penso nei millenni:
-“ Quanta gente, al grande fiume ha parlato?”.
L’acqua scorrendo, le storie degli uomini porta via,
nel grande mare,  li va a  riversare,

nei profondi abissi, li va ad ‘incatenare.